24 Giugno 2016.
Che impatto avrà l’uscita del Regno Unito sull’economia britannica? e su quella dell’Europa? Negli ultimi mesi sono usciti diversi studi che stimano l’impatto della Brexit. L’OCSE, PWC, il CEP – Centre for Economic Performance della London School of Economics sono concordi: l’uscita dall’UE provocherà effetti negativi sulla ricchezza del Regno Unito. Un solo studio calcola effetti positivi, quello di Patrick Minford, un lavoro pesantemente criticato da Ottaviano e altri su VoxEu.
In poche righe provo a sintetizzare i risultati ottenuti dal CEP.
I fatti. L’Unione Europea è il principale partner commerciale del Regno Unito. Nel 2014 il 45% delle esportazioni britanniche era diretto ai paesi dell’UE, il 53% delle importazioni proveniva dal continente europeo.
L’impatto. L’eventuale Brexit ridurrà i flussi commerciali a causa dell’aumento delle tariffe e delle barriere non tariffarie (normative tecniche, regolamenti…) più elevate. Di quanto? Gli economisti del CEP stimano due scenari: uno ottimistico, in cui il Regno Unito riesce a limitare l’impatto della Brexit negoziando accordi simili a quelli in vigore tra Norvegia e UE, l’altro pessimistico, in cui i rapporti tra UK e UE sono regolati dalle norme del WTO. Vengono calcolati anche gli impatti positivi derivanti dall’uscita, rappresentati dal risparmio sulla quota che ogni anno il Regno Unito versa per contribuire al bilancio europeo.
L’analisi stima una riduzione del reddito pro-capite pari a 1,28% nello scenario più positivo e 2,61% in quello più negativo.
La Brexit ha anche un impatto negativo sugli altri paesi europei. L’UE nel suo complesso perderà tra 0,12 e 0,29% del PIL, i paesi extre UE (che beneficeranno dello spostamento di una parte dei flussi commerciali) guadagneranno tra 0,01% e 0,02% del PIL.
L’impatto nel lungo periodo. L’uscita dall’UE, nel lungo periodo, potrebbe portare a una riduzione della produttività del sistema britannico (via riduzione del livello di concorrenza e quindi di effiicienza). Una volta considerati questi effetti il CEP arriva a stimare una perdita tra 6,3% e 9,5% del PIL.
Restano da stimare gli impatti che l’uscita avrà, ad esempio, sulle migrazioni e sugli investimenti dall’estero. Rimaniano in attesa dei prossimi lavori. Intanto qualcosa si può dire su uno dei cavalli di battaglia di chi ha sostenuto l’uscita. Brexit garantirebbe norme migliori e più snelle di quelle europee. Che effetti, positivi, potrebbe produrre? 0,9% nella migliore delle ipotesi. Ben al di sotto dei costi dell’uscita.
Gianluca Toschi
Professore a contratto di Economia dell’Integrazione Europea
Università di Padova
Fondaco Europa – Comitato scientifico