Qualche settimana fa avevamo tirato un sospiro di sollievo dopo il risultato delle elezioni presidenziali in Austria, stanotte ci eravamo coricati con notizie che sembravano preludere ad una vittoria del remain: il risveglio è stato scioccante.
Quello che si può dire è che questa battaglia è stata vinta dall’Europa della paura, dall’Europa degli egoismi, dall’Europa fiaccata da una troppo lunga crisi economica e sociale.
Ma si badi bene: si tratta appunto di una battaglia, non della guerra.
Ora sta a tutti noi, e in primis alle classi dirigenti, rimettere i cocci a posto: non sarà facile, ci vorrà pazienza, tenacia, sguardo lungo e anche gusto del rischio. Si, proprio quello sguardo lungo e gusto del rischio di cui sembrano difettare parte delle leadership politiche oggi alla guida dei più importanti paesi europei.
Sapranno costoro essere all’altezza della sfida che hanno di fronte?
Sapranno spiegare che il nostro futuro è o nello stare insieme o nel decadere?
Sapranno rispondere all’appello che Papa Francesco rivolgeva loro solo poche settimane fa in Vaticano dicendo:
“Che cosa ti è successo, Europa umanistica, paladina dei diritti dell’uomo, della democrazia e della libertà? Che cosa ti è successo, Europa terra di poeti, filosofi, artisti, musicisti, letterati? Che cosa ti è successo, Europa madre di popoli e nazioni, madre di grandi uomini e donne che hanno saputo difendere e dare la vita per la dignità dei loro fratelli?”
Forse l’unico aspetto “positivo” del risultato di questo referendum sta nell’aver riportato al centro del dibattito la questione Europa unita.
Staremo a vedere.
Noi, consci del nostro piccolo ruolo, intendiamo fare la nostra parte.
Arcangelo Boldrin
Presidente di FONDACO EUROPA