17 ottobre 2018.
Dopo l’unione monetaria manca ancora quella politica
Qualche anno fa Paul De Grauwe paragonò l’Euro a una bella villa che aveva però un problema: era stata costruita senza il tetto. In una villa senza il tetto tutti vogliono rimanere finché il tempo è bello ma quando volge al brutto ci si rammarica della scelta.
L’immagine dell’economista belga è particolarmente efficace per evidenziare i problemi che oggi l’Unione Monetaria sta vivendo e quindi anche per commentare i dati che emergono dall’Osservatorio sul Nord Est. I due temporali che si sono abbattuti sulla villa Euro (la recessione del 2008-2009 e quella del 2012-2013) hanno reso evidenti i difetti di progettazione. Il tetto che manca all’Euro si chiama Unione Politica e per costruirla servono due cose: buoni progettisti (una classe politica che accetti la sfida) ma soprattutto tegole molto costose che vanno sotto il nome di “maggior simmetria nelle politiche macroeconomiche tra gli stati”, “completamento dell’unione bancaria” e “unione fiscale”. Un tetto di questo tipo ridurrebbe le divergenze nelle politiche macroeconomiche che sono state spesso all’origine di forti squilibri tra paesi. In secondo luogo, attraverso un’unione politica si potrebbe dar vita a meccanismi di assistenza automatica tra gli stati. Il problema è che sono tutti investimenti che gli stati membri dovrebbero pagare utilizzando una moneta che va sotto il nome di (ulteriore) cessione di sovranità.
I venti populisti che stanno soffiando in molti paesi e più in generale la sfiducia che i cittadini nutrono verso le istituzioni europee sembrano portare l’Europa in tutt’altra direzione. Come commentare, quindi, la posizione dei cittadini del Nord Est che dichiarano di voler rimanere nell’Euro pur in presenza di una fiducia calante verso l’Europa? L’ipotesi più immediata è che l’idea di abbandonare la moneta unica spaventi.
Riprendendo l’immagine di De Grauwe, stare con altri (paesi) in una villa in cui piove dentro è preferibile rispetto ad uscire per strada soli durante un temporale. Il problema è che se non si investe sul tetto i muri potrebbero crollare, togliendo quella (parziale) protezione che hanno dato fino ad oggi. Un vero dilemma: per rendere efficace l’Euro (che i cittadini vogliono) servono ulteriori cessioni di sovranità che una parte sempre più importante dei cittadini non vuole. Sarà interessante vedere le posizioni delle forze politiche su queste questioni in vista delle elezioni europee del prossimo anno, ammesso che in campagna elettorale si parli di questo e non di problemi nazionali, come spesso, purtroppo, accade.
di Gianluca Toschi
Articolo pubblicato su Il Gazzettino del 17 ottobre 2018, a cura di Demos & pi. Sondaggio dell’Osservatorio Nord Est, diretto da Ilvo Diamanti.