In ricordo di David Sassoli. Intervento di Arcangelo Boldrin

Esattamente un anno fa ci lasciava David Sassoli. Lo ha fatto in punta di piedi con la signorilità che gli era propria.

Considero un privilegio averlo conosciuto: parlammo più volte e a lungo in preparazione di un convegno di Fondaco Europa che si svolse a Venezia e al quale partecipò. A conclusione dei lavori, continuammo con alcuni amici fino a tarda ora a conversare con lui nel cortile di una trattoria veneziana: David era così, disponibile, gentile e al tempo stesso fedele ai principi e determinato nel suo agire. 

Era cresciuto nell’esperienza dei cattolici democratici, forgiata dal Concilio Vaticano II, che in lui trovava perfetta coerenza di testimonianza nella pratica politica e nella vita privata. 

Era un europeista convinto e alla presidenza del Parlamento europeo seppe affrontare le sfide insidiose che in quei mesi erano di fronte all’Europa, contribuendo in modo determinante al varo di strumenti di solidarietà interna, come il Next Generation EU, fatto inedito nella storia comunitaria.

Figlio e interprete di una concezione che privilegia la centralità della persona, la tutela dei diritti, il rispetto delle differenze e della pluralità, era coerente con l’insegnamento di un altro cattolico democratico, John Fitzgerald Kennedy, quando sosteneva che al mondo non dobbiamo convertire nessuno: occorre piuttosto creare le regole perché le diversità possano convivere.  

Andò a Fossoli (campo di concentramento nazista) e prese per mano Ursula von der Leyen, che lo accompagnava, compiendo un gesto carico di significato più di mille parole, per ricordare che la costruzione europea viene da quei drammi, che la solidarietà nata da quegli immensi dolori deve continuare a orientare l’Europa e, infine, che la democrazia è fragile e va continuamente protetta dai nemici interni ed esterni. 

Sassoli era convinto che nessun paese europeo, neanche il più forte, potesse affrontare con successo le sfide epocali del nostro tempo. 

Per questo ha lavorato affinché la costruzione europea procedesse nel suo cammino a dispetto di coloro che la attaccano, accovacciandosi in posizioni nazionaliste, di destra o di sinistra, tanto cariche di cinismo quanto afone nel prospettare un futuro all’altezza delle sfide. 

Del resto, questi ultimi sono gli stessi che hanno deriso l’euro (oggi moneta di venti paesi europei) predicendone il rapido fallimento, o che più recentemente stanno continuando a pronosticare (…forse a lavorare per) lo sgretolamento della compattezza europea di fronte alla attuale crisi energetica e alla guerra. 

Noi preferiamo raccogliere l’eredità di uomini come David Sassoli, lavorando con determinazione e con capacità di dialogo, contribuendo a portare avanti, come lui diceva, le grandi questioni che spetta proprio all’Europa affrontare. 

Riportare la centralità del Mediterraneo, luogo simbolo della  complessità e di una visione non manichea della realtà, culla della filosofia e della democrazia. 

Operare come ponte tra presente e futuro e come elemento di equilibrio tra i grandi del mondo. 

David guardava con preoccupazione al fatto che noi non ci rendessimo conto di quanto desiderio di Europa ci sia al di fuori dei suoi confini e come l’Europa faccia paura ai vari despoti sparsi qua e là nel mondo; a tal proposito soleva dire: “hanno paura perché rappresentiamo quello che loro negano ai loro popoli”. 

Ancora grazie, caro David, per il grande insegnamento che ci hai donato. Faremo ogni sforzo per essere all’altezza dell’eredità che ci hai lasciato.

Arcangelo Boldrin 

Presidente di Fondaco Europa

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