L’Europa necessaria, tra utopia e concretezza. Un evento di Fondaco Europa

Messa a dura prova dagli avvenimenti degli ultimi anni l’Europa ha dimostrato di esserci. Un esempio per tutti: la risposta europea alla pandemia, con il varo di una politica unitaria sui vaccini e del Next Generation EU, strumento finanziato con debito comune, scelta impensabile fino a pochi mesi prima.

Ma è forse di fronte all’evento più traumatico rappresentato dalla guerra in Ucraina che l’Europa è stata bruscamente chiamata a schierarsi. Lo ha fatto compattamente a favore del paese aggredito, coerentemente coi valori su cui si fonda. Anche di fronte alla connessa crisi degli approvvigionamenti energetici è riuscita, non senza fatica e con qualche ritardo, a trovare una posizione unitaria.

Tutto ciò però non basta più. Ora è richiesto un salto di qualità e l’agenda è fin troppo carica di esigenze cui va data risposta. Ne citiamo due: il superamento dell’unanimità nelle decisioni e la necessità di avere una politica estera accompagnata da un sistema europeo di difesa. Sarà capace l’Unione Europea di compiere questi passi avanti? Lo farà procedendo con velocità differenziate? Sarà in grado di dare risposte concrete ai cittadini e avere una nuova narrazione che li affascini?

Ne hanno discusso il 28 gennaio scorso, allo Spazio Berlendis di Venezia

Fabrizio Marrella, professore ordinario di Diritto internazionale e dell’Unione europea;

Luisella Pavan-Woolfe, ambasciatrice, direttrice della sede italiana del Consiglio d’Europa;

Davide Assael, filosofo, presidente di Lech Lechà.

Ecco il video dell’incontro, introdotto e coordinato da Pier Paolo Baretta, presidente di ReS.

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